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Corallina elongata | Anna Atkins, 1843ecopoesia di Francesca Picone
Il Lete non sente pettegolezzi (Controluna Edizioni)

 

 

 

 

Photo: Corallina elongata | Anna Atkins, 1843

Festa di paese

Ha trascorso una festa indenne
la pancia del ponte
che sovrasta il Lete.
Sulla sua schiena hanno marciato,
le risate,
hanno puntellato,
bandiere issate,
al patrono della sera.
L’ora di punta della compagnia
a braccetto coi segreti,
stretti,
al chiacchiericcio degli uomini,
appartati a dirsi,
l’ultima vampata di soldi
e le signore
che badano a tenere chiusi
i bambini, dietro al confine,
davanti al comico che non osa dire.
La pancia del ponte ha trascorso indenne
le bancarelle, i burattini, i giochini, i festini;
ha trascorso la serata in ascolto,
una sera come tutte le altre:
l’acqua, di un rigo sotto le foglie,
ha scrosciato;
i sassi, come sempre, fermi
sul fondo bagnato;
le nutrie hanno attraversato;
le anatre hanno beccato
e il pino laggiù,
sopra tutte le sponde,
ha visionato:
una sera come tutte le altre,
che nessun pettegolezzo
ha ancora notato.


Corso natio

Ci sono voluti giorni
di pioggia battente
perché il Lete laggiù,
passata l’arcata del ponte,
rompesse gli argini,
eretti da mani d’uomo
come si strattona la veste
di un bimbo e le sue
voglie, per farlo sostare
nel suo piccolo io,
nel suo niente;
per farlo tirare dritto,
da bravo affluente.
Miracolo, prodigio, per un balcone,
sacrilegio, evento funesto,
per un solo pastore:
la terra di lavoro
che non vedeva il mare,
fu solcata, intera,
dal corso del torrente.
Il Lete deviò
verso il suo corso natio,
specchio di luce
sulla vasta piana
correva come un bimbo
verso la collina,
contro ogni legge, saliva
verso il seno tondo di
un’antica madre che,
profumata di abeti,
pini, cipressi,
svettava sugli affari correnti,
le mani affaccendate,
le seti, i soldi, le macchine, gli oppressi.
In curva riposò,
cullato dalla madre,
alle sue pendici,
per tornare in diagonale
e seminar vita
lungo tutta la pianura,
fino a scendere lento
lì dove volge il Volturno
e sfociare con lui,
poi, nel mare.


I viventi

Tra le alghe rosse
sotto la coperta che non ha colore
sfilano cuccioli di trota;
e non sono soli perché
appena uno spanno sopra il torrente
libellule a frotte portano festose
il loro smeraldo, lungo voli vorticosi
che rasentano l’acqua;
e non sono sole perché viene un pettirosso
e taglia la tavola smeraldo, si libra
e la sua danza è una culla
che sale e disegna, dondolandosi,
livelli nell’aria, su e poi su fino a sparire
oltre le rocce, fra le fronde di alberi misti;
e non è solo neanche il pettirosso
che dipinge sentieri perché
ecco che appare la bellezza
leggiadra di una farfalla
bianca, poi ancora un’altra a strisce
avvolte da fasci di luce fluorescente;
e non è sola neanche la
leggiadria
perché viene una cagna
gonfia di mammelle
pastore di mestiere o per natura
che si tuffa, nuota, si rialza e si rituffa
e le acque si fanno marroni di terra
e più in là, nell’acqua ancora limpida,
un pesciolino fa lo stesso
e il suo volo non è che lo schizzo tuffato di un attimo
allorché minuscoli rivoli cantano l’eco
della sua immersione.
E come un fiume, la pace,
non è mai la stessa:
un torrente in piena,
la gioia gloriosa dei viventi.


Francesca Picone, nata a Napoli nel 1972, dopo aver lavorato nella sua città in diverse cooperative sociali ha deciso un giorno di salpare verso altri lidi, quelli del suo sogno di vivere nella natura. Oggi vive in campagna nei pressi del Lete e coltiva una sua terra dove produce, con il solo lavoro della sua zappa e delle sue mani, oltre ciò che le serve per mangiare, oli ed oleoliti tratti da erbe officinali, sia spontanee che coltivate. La sua prima pubblicazione è un racconto, Sulla soglia, vincitore di un concorso per inediti e quindi partecipe della collana In fuga, di Eva Luna edizioni. Ha pubblicato il suo primo romanzo, Pimmicella e la Comunità, vincendo un concorso per romanzi inediti indetto da Navarra editore. Un suo secondo romanzo, Visti dalla Meta siamo tutti ultimi, pubblicato da Lettere animate, ha ricevuto al Premio Holmes Award 2018 un Premio al merito culturale. Il Lete non sente pettegolezzi è la sua prima raccolta poetica, edita da Controluna edizioni.

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#ecopoesia: dedicato al Lete di Francesca Picone

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