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L’intelligenza ecologica uno stato di benessere necessario
di Antonia Santopietro


La cura per l’ambiente rappresenta non solo una tendenza o un’ideologia, ma piuttosto un passo avanti nella nostra evoluzione. Come afferma Daniel Goleman, l’essere umano occupa una nicchia ecologica unica sulla Terra che deve essere preservata a tutti i costi. Quindi, dopo l’intelligenza emotiva, emerge l’importanza dell’intelligenza ecologica. Tuttavia, mi sorge una legittima preoccupazione riguardo alla nostra predisposizione collettiva e alla nostra capacità di intraprendere un riorientamento virtuoso su vasta scala.

Individualmente, possiamo notare una serie di azioni ispirate dalla ricerca del benessere personale, come scelte in campo sanitario, etico e di consumo responsabile. Possiamo impegnarci nella riqualificazione dei nostri modelli di vita, adottare prodotti biologici, eco-friendly e sostenibili. In sintesi, cerchiamo di bilanciare le nostre necessità personali con le responsabilità verso l’ambiente. Tuttavia, l’idea di una coscienza ecologica collettiva, come descritta da Goleman, rappresenta un cambiamento sociologico e psicologico di vasta portata. Questo cambiamento è compromesso dall’ansia consumistica che spesso sovrasta le nostre scelte di vita.

La correlazione tra crescita economica e benessere non è così lineare come potremmo pensare. Secondo Castoriadis, la libertà ha un prezzo: il distacco dall’idea che l’economia sia il valore centrale e unico. Non solo ci troviamo di fronte alla devastazione irreversibile dell’ambiente e all’esaurimento di risorse insostituibili, ma assistiamo anche a una trasformazione antropologica dell’essere umano, ridotto a mera produzione e consumo, schiavo delle tecnologie e dell’avidità.

Negli anni ’50, l’economista statunitense Lebow delineava un paradigma che ha influenzato i comportamenti per decenni.

Tuttavia, è giunto il momento di rivedere questa affermazione secondo questa visione:

“La nostra economia, spesso eccessivamente produttiva, non deve più imporci di elevare il consumismo a stile di vita, né di trasformare l’acquisto e l’uso di beni in rituali e dipendenze. Non dovremmo cercare la realizzazione personale e spirituale nel consumo sfrenato di oggetti, ma piuttosto nella costruzione di relazioni significative, nella solidarietà e nell’adozione di uno stile di vita sostenibile. Non abbiamo bisogno di una produzione sempre crescente e di beni sempre più effimeri, ma di beni che migliorino il nostro benessere senza danneggiare l’ambiente o sfruttare risorse materiali ed umane, possibilmente attraverso il riciclo e il riuso. Dobbiamo aspirare a una vita in cui si mangia, si beve, si veste e si vive con moderazione, senza l’ossessione di accumulare sempre di più, in cui la felicità e la libertà siano le priorità.”

È possibile essere veramente liberi oggi? È possibile desiderare meno cose e vivere senza dedicare la maggior parte del nostro tempo al lavoro, considerandolo l’unico mezzo di sopravvivenza? Siamo intrappolati nell’insensata programmazione dell’obsolescenza delle nostre acquisizioni, consumando a ritmo frenetico e sacrificando persino i legami affettivi. Gli affetti e le emozioni stesse sembrano soggetti a un ciclo di vita programmato, sottoposti al consumo e alla sostituzione.

L’adozione di un approccio all’intelligenza ecologica richiede un profondo ripensamento del nostro sistema economico, e questo ci porta naturalmente a considerare l’importanza dell’economia circolare. L’economia circolare è un concetto che si basa sulla riduzione degli sprechi e sulla massimizzazione dell’utilizzo delle risorse disponibili, seguendo un ciclo continuo di produzione, consumo, riparazione e riciclo. Invece di seguire il tradizionale modello lineare “prendi, produci, usa, getta”, l’economia circolare promuove un’alternativa sostenibile.

In un contesto di economia circolare, i prodotti non sono progettati per essere usati una sola volta e poi eliminati, ma piuttosto per essere riparati, riutilizzati e riciclati. Questo approccio non solo riduce la quantità di rifiuti prodotti, ma preserva anche le risorse naturali limitate del nostro pianeta. Le aziende vengono spinte a ripensare il loro modello di business, investendo in design ecologico, materiali sostenibili e processi di produzione a basso impatto ambientale.

Un esempio concreto di economia circolare è l’estensione della vita utile dei prodotti. Piuttosto che sostituire costantemente dispositivi elettronici o indumenti, l’obiettivo diventa mantenere tali prodotti in funzione il più a lungo possibile. Le aziende possono offrire servizi di riparazione o di aggiornamento per prolungare la vita dei loro prodotti. In questo modo, non solo si riducono i rifiuti e le emissioni di carbonio legati alla produzione, ma si crea anche un nuovo mercato di servizi legati alla manutenzione.

Un altro aspetto importante dell’economia circolare è il riciclo avanzato. Non si tratta solo di separare il vetro, la plastica e la carta, ma di sviluppare tecnologie che permettano il recupero di materiali preziosi da prodotti dismessi o in disuso. Questo riduce la dipendenza da materie prime vergini e limita l’estrazione dannosa per l’ambiente.

Per promuovere l’economia circolare, è fondamentale coinvolgere tutti gli attori, dai governi alle aziende e ai cittadini. I governi possono incentivare pratiche sostenibili attraverso politiche fiscali e regolamentazioni adeguate. Le aziende possono adottare modelli di business circolari e educare i consumatori sulle opportunità di consumo responsabile. Infine, i cittadini possono fare la loro parte, facendo scelte di consumo consapevoli, sostenendo prodotti ecologici e partecipando attivamente al riciclo.

In conclusione, l’intelligenza ecologica richiede un cambiamento profondo nei nostri comportamenti e nel nostro approccio all’economia. L’adozione dell’economia circolare è una delle chiavi per costruire un futuro sostenibile, in cui le nostre azioni non solo rispettino il nostro pianeta, ma contribuiscano anche al benessere delle generazioni future. È un passo cruciale verso la realizzazione dell’obiettivo di preservare l’intero pianeta Terra per le generazioni a venire.

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L’intelligenza ecologica: uno stato di benessere necessario

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