Amore, natura, dialogo intimo: due poesie di Anna Segre
(da La distruzione dell’amore, Interno Poesia Editore 2022)
Istante
Dakà
דקה
Quanto hai pianto.
Così tanto
che i tuoi singhiozzi
scuotevano le mie stesse spalle,
mentre me ne andavo.
Mi ricordo quelle mattine
chiare d’aprile,
i nostri giovedì al mare
sulla spiaggia ancora deserta,
i tuoi vestiti di petali,
gli occhi tuoi poggiati
al collo,
agli zigomi,
al seno.
Quanto speravo
in noi.
Ma no,
non era speranza,
non la chiamavo così,
ci stavo dentro in silenzio,
volendo credere,
in attesa.
Secoli di lune e menopausa,
istanti interminabili
di guerra e clangori,
ci sono state canzoni e partite
e tanta acqua verdastra
sotto il mio balcone.
Sii felice, mio amore perso,
creatura bellissima
sul bordo della magia
eppure così vera
così stropicciata e dolente,
ti ricordi il momento prima di baciarci?
Così vorrei tu ti sentissi,
così voglio sentirmi:
con un tremore di gioia
sospeso
prima della vita
che è la vita.
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Ararat
אררט
Un cavallo che corre
attorno al letto.
Lo smisurato
inammissibile
tormentoso desiderio
che nitrisce
e scalpita
e s’inalbera
per me.
Un colibrì di cui non riesco
a vedere le ali,
ma solo il verde e blu
del suo insieme,
il fremito che posso
solo intuire,
la piccolezza trasformata
in potenza.
Una tigre pigra
appoggiata sul ramo,
con la coda che penzola
in un giorno di sole
con dentro lo scatto
omicida e cecchino
cui comunque non sfuggirò.
Un lupo che mi aspetta
tremante di commozione
e di lealtà
perché ha scelto me
invece della foresta.
Nel diluvio di una vita rutilante,
inondazione sopra inondazione,
sono salita sulla tua arca
di ferino amore,
aspettando l’Ararat.
BIOGRAFIA
Anna Segre è medico, psicoterapeuta, anche ebrea, in più lesbica, perfino mancina. La produzione letteraria di Segre ha un solo fulcro di interesse: la psiche umana, l’anima. Che si tratti di epitaffi, o dei danni psichici collegati alla Shoà, dell’utilità terapeutica di un libro o della mappa etica o della vita erotica e sentimentale, rimane sempre a fuoco la teoria della mente, il monologo interno, le ipotesi diagnostiche, le interpretazioni possibili. Le parole danno senso, continuità narrativa, chiedono giustizia, sperano nel dialogo, e per questo cercano una precisone, una sintesi. Le parole si protendono sul bianco della riga come acrobati che vorrebbero padroneggiare il vuoto. Tra i libri pubblicati: Monologhi di poi (Manni), Lezioni di sesso per donne sentimentali (Coniglio), Judenrampe (Elliot), Il fumetto fa bene (Comicout), 100 punti di ebraicità (Elliot), 100 punti di lesbicità (Elliot).