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Attraverso la finestra di Snell.
Storie di animali e degli uomini che li osservano

di Paolo Pergola
Italo Svevo 2019

Recensione di Tommaso Lisa

La “finestra di Snell” dà il titolo al libro di Paolo Pergola. Come spiega il racconto conclusivo della raccolta si tratta dello specchio di luce attraverso il quale le meduse vedono il mondo fuori dall’acqua riuscendo così a orientarsi. Al lettore accorto viene preannunciata una scrittura naturalistica che fa da ‘finestra sul mondo’ e descrive l’attraversamento delle soglie tra ambienti e specie animali. L’opera è una scacchiera ludico-combinatoria, in modo conforme alla poetica dell’OpLePo (Opificio di Letteratura Potenziale, si veda la lezione dello stesso Pergola) in cui ad ogni casella corrisponde una storia emblematica di metodi e problemi della ricerca biologica. Le storie vengono disposte dall’autore secondo simmetrie, in un paziente esercizio figurale; con perizia descrittiva Pergola si prende cura di ogni dettaglio con stile iperrealista – ma anche ironico e umoristico, al fine di aumentare il distacco e l’oggettivazione – per rappresentare situazioni, contesti, esperimenti scientifici.

Uno specchio alla maniera medievale, una collezione di storie esemplari e paradigmatiche, ‘parabole’ a tema scientifico scritte partendo da fatti veri, reali scoperte o esperimenti tentati in laboratori oppure sul campo da biologi e etologi. I nomi dei protagonisti – anche Paolo Pergola è nom de plume – e delle circostanziate ricerche sono stati, con minimi spostamenti, sabotati ad arte in modo da non renderli riconducibili in modo diretto alla realtà. Senza una parola di troppo, ciascun periodo è funzionale all’esatto funzionamento del meccanismo narrativo. Ricordi, dialoghi, battute, situazioni e circostanze sono riportati con uno stile chiaro e leggero, che scandisce il tempo narrativo senza sbavature.

Il libro è strutturato in una premessa e quattordici racconti (che possono essere anche considerati capitoli di un unico romanzo) più un apocrifo uscito in Almanacco Quodlibet 2019 dal titolo La linea laterale. Come dichiarato in un’intervista privata l’autore ha iniziato a scriverlo in Cina, durante un progetto di ricerca su mobilità e orientamento dei pesci d’acqua dolce. Difficile dire se si tratti di una raccolta di racconti oppure di un romanzo breve all’interno del quale si alternano personaggi animali (Squalo della Groenlandia; Orche; Coccodrilli e serpenti; Volpi; Arselle; Pesci; Lepri e linci; Pinguini; Scarabei; Farfalle monarca; Uccelli; Meduse) e animali umani (Jimmy La Conner; Raul Moreno; Anders Dahl; Glenn Johnson; Fritz Volker; Tove Jorgensen; Fernando; Adam Sellers; Johnatan; Gustavo Coluccini; J.B. Sanders; Josef Biermann; Lara Zenders; Christian De Vrie; Ralf Von Honten; Raul Diaz; Larry O’Brian; Michelle; Peter Svendsen e Tobias Svendsen).

Le storie s’intrecciano su alcuni temi principali come la discussione sui mitocondri (organelli cellulari la cui funzione è la creazione dell’energia alla base delle capacità motorie), la longevità, gli ecosistemi, l’addomesticamento, gli spostamenti, l’attenzione ai predatori, l’orientamento, i cicli vitali, l’evoluzione, le migrazioni, l’osservazione del mondo circostante (l’“essere in situazione”, in termini fenomenologici). Uno dei fondamenti che ispirano l’opera di Pergola è la riflessione, letteraria e etologica, sullo “stare al mondo” dal punto di vista di chi studia con metodo scientifico certe specie viventi. Il tema centrale, che è anche una delle ricerche che conduce il biologo celato dietro la figura autoriale, è quello del movimento – nello spazio e nel tempo – e dell’orientamento: i racconti si focalizzano sulla percezione del soggetto animale nello spazio, sugli spostamenti e le osservazioni per rilevare le coordinate necessarie per determinare la posizione dell’io e dell’altro in relazione all’ambiente.

Nel libro Pergola mette in scena un esercizio di letteratura potenziale con regole ricorrenti e uno schema di base in cui due o tre personaggi, uno di fronte all’altro in un ambiente circoscritto, avanzano sulla scacchiera narrativa le pedine dell’indagine del comportamento animale, rivelando così al contempo le diverse personalità della specie umana. Ne sorte una scrittura dell’analisi razionale delle relazioni, che pone domande circoscritte e che, pur nella forma chiusa, lascia aperto il discorso. Storie di naturalisti, etologi e scienziati che si mostrano entusiasti visionari mossi da un metodo rigoroso e un progetto strutturato, quasi l’antitesi di Bouvard e Pécuchet. Non è infatti questo un dizionario di idee ricevute in merito alla biologia: anche se i protagonisti procedono seguendo prove labili, esili suggestioni emotive e tentativi rudimentali, hanno comunque un metodo e partono dalla teoria testando sul campo se il modello ipotizzato è in qualche modo rispondente alla realtà dei fatti.

Fin dalla galileiana Accademia del Cimento, fondata a Firenze nel 1657, non ci sono teorie che funzionano se non vengono messe alla prova. La descrizione della messa in atto del processo cognitivo è uno degli aspetti più piacevoli e divertenti della scrittura di Pergola. La verifica del metodo di raccolta e registrazione dei dati nelle prove empiriche, assieme i successivi riscontri fattuali, sono procedimenti che mettono in evidenza non tanto il progetto di ricerca, che diventa quasi secondario, quanto il carattere delle persone e degli animali coinvolti, facendo entrare il lettore in simpatia con le loro caratteristiche comportamentali.

Nelle pagine del libro si susseguono ricercatori e studiosi che sperimentano, confrontandosi con l’alterità di animali di vario genere, in diverse latitudini e orizzonti, sempre animati da dubbi, mossi da ipotesi, teorie, per trovare spiegazioni che interpretino il mondo in cui vivono in relazione alle altre specie. È quindi anche un libro che narra del metodo scientifico, del suo nascere e svilupparsi nella coscienza di ciascun personaggio, un libro sullo “stare al mondo” sul “muoversi nel mondo” secondo coordinate impercettibili e trame di relazioni, il più delle volte seguendo un percorso di avvicinamento nel quale i protagonisti partono per un viaggio e s’avvicinano alle realtà di ecosistemi altri, altrimenti imperscrutabili. Si narra di missioni scientifiche da un mondo a un altro mondo, spesso partendo dal laboratorio per ritrovarsi, persi, all’aperto.

Resta, ed è il tratto più affascinante di questa scrittura, un elemento aleatorio nelle storie che, pur strutturate, non si chiudono con meccanismi narrativi troppo rigidi, lasciano anzi aperto un inquietante filo d’incertezza. Il dubbio su come finiscano le brevi narrazioni resta, anche se i protagonisti – a differenza del signor Palomar, l’alter ego di Italo Calvino nell’omonimo romanzo – restano fedeli al dato oggettivo, meno inclini a gettare la spugna di fronte al dubbio conoscitivo. A differenza di Palomar, borghese adulto che si diletta meravigliandosi di fronte alla complessità della natura, i personaggi di Pergola fanno infatti parte di progetti di ricerca universitari o para-universitari, sono tutti dotati della “visione a tunnel” del ricercatore, d’una inclinazione razionale più ossessivo compulsiva che non oziosamente meravigliata di fronte alla poesia dei fenomeni naturali.

La barriera tra animali-uomini e animali-animali non viene mai abbattuta dal lirismo ma resta netta, ben delineata; piuttosto viene attraversata con porte e finestre, passaggi astuti, soglie utili non solo a comprendere ma a restare impigliati in una trama di relazioni. Una scrittura che può ricordare quella di Piergiorgio Odifreddi in Sorella scimmia, fratello verme (Rizzoli), con poche zone d’ombra e molta arguzia e intelligenza usati però, più che per dar risposte, per sollevare ulteriori dubbi e altre domande, interrogativi spesso elusi quando vengono, appunto, messi alla prova dei fatti.

Certo gli animali sono talvolta trattati come cavie in esperimenti pilotati dall’uomo, ‘oggetti’ di studio per lo scienziato che li osserva e i due mondi paralleli procederebbero divisi senza incontrarsi. Non fosse che Pergola mostra anche il risvolto di ciascun esperimento, ossia come pure l’uomo si comporti similmente all’animale che sta studiando, nel momento in cui mette in atto stratagemmi analoghi a quelli che si sono sviluppati col vaglio dell’evoluzione. Per analogia, i comportamenti animali si rispecchiano in quelli dei ricercatori in un ribaltamento umoristico. Le pagine sono costruite con una scrittura brillante e termini scientifici esatti, testimoniando fiducia nella razionalità proprio in quanto capace di dubitare con ironia su sé stessa. L’empirismo, anche quando appare comico o paradossale al lettore, si rivela efficace, alla prova dei fatti, se non per comprendere la vita dell’altro almeno per aver chiari gli errori di prospettiva, in una continua ricerca di eccezioni.

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Attraverso la finestra di Snell. Storie di animali e degli uomini che li osservano | P. Pergola

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