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Chandra Livia Candiani (Milano, 1952)


Mappa per l’ascolto

Dunque, per ascoltare
avvicina all’orecchio
la conchiglia della mano
che ti trasmetta le linee sonore
del passato, le morbide voci
e quelle ghiacciate,
e la colonna audace del futuro,
fino alla sabbia lenta
del presente, allora prediligi
il silenzio che segue la nota
e la rende sconosciuta
e lesta nello sfuggire
ogni via domestica del senso.
Accosta all’orecchio il vuoto
fecondo della mano,
vuoto con vuoto.
Ripiega i pensieri
fino a riceverle in pieno
petto risonante
le parole in boccio.
Per ascoltare bisogna aver fame
e anche sete,
sete che sia tutt’uno col deserto,
fame che è pezzetto di pane in tasca
e briciole per chiamare i voli,
perché è in volo che arriva il senso
e non rifacendo il cammino a ritroso,
visto che il sentiero,
anche quando è il medesimo, non è mai lo stesso
dell’andata.
Dunque, abbraccia le parole
come fanno le rondini col cielo,
tuffandosi, aperte all’infinito,
abisso del senso.


Scrivimi una lettera inospitale

Scrivimi una lettera inospitale
qualcosa che mi spintoni
all’aperto, mi dia
mondo. Scrivimi come mi
soffiassi via dal muro
l’ombra troppo invadente
di una gigantesca mano, come mi
baciassi, rompendo l’incantesimo
dell’infanzia intoccabile.
Mandami un vino forte riga
per riga, un sangue
che macchia e smisura
le parole. Mandami a me,
mandami alla consegna,
come un pacco prezioso
in carta casuale,
un neonato in regalo
una faccia spalancata
al cosmo. Scucimi dal tempo
come astro rapido, estremo,
come orizzonte cancellato
dalle onde
mutevoli del senso.


Che ne ho fatto di me?

Che ne ho fatto di me?
La poesia sanguinaria
dell’infanzia
il puma tatuato nel sangue?
Nel presto della corrente
sono pentolino di latte
che bolle e trabocca
fuori c’è cielo
c’è acqua
cielo inquieto
sopra terra arsa
movimento sull’acqua
e mirabolante fuoco
che fa tutto insigne
e incendiato,
nello spazio tra le costole
fluttuanti
un martello sfascia
ogni silenzio modesto.
Dillo forte
fortissimo gridalo
l’urto del mondo
alle porte dei sensi.
– Sono qui
sono qui –  con sguardi
come laghi
semino il grazie
più piccolo che c’è.


Poesie tratte da:

Chandra Livia Candiani LA BAMBINA PUGILE ovvero LA PRECISIONE DELL’AMORE – Giulio Einaudi editore, 2014.

 

 

 

 

 

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Chandra Livia Candiani – tre poesie su ZEST

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