Emily Elizabeth Dickinson
nota come Emily Dickinson (Amherst, 10 dicembre 1830 – Amherst, 15 maggio 1886) è stata una poetessa statunitense, considerata tra i maggiori lirici del XIX secolo.
J1753 (?) / F1770 (?)
Per quei vecchi campi della memoria,
Vagabondare da soli
È un’intemperanza divina
Che un uomo prudente eviterebbe.
Da liquori in vendita
È facile guardarsi
Ma gli statuti non hanno a che fare
Col tribunale interno.
Perniciosa come il tramonto
Che permette di perseguire
Ma impotente a raccogliere,
La tranquilla perfidia
Lega i nostri momenti più saldi
Con quell’oro inflessibile
Conveniente per il desiderio
Ma altrimenti negato.
J1551 (1882) / F1581 (1882)
Quelli – che morivano allora,
Sapevano dove andare –
Andavano alla Destra di Dio –
Quella Mano è amputata ora
E Dio non si riesce a trovare –
L’abdicazione della Fede
Rende l’Agire meschino –
Meglio un fuoco fatuo
Che non illuminare affatto –
J712 (1863) / F479 (1862)
Poiché non potevo fermarmi per la Morte –
Lei gentilmente si fermò per me –
La Carrozza non portava che Noi Due –
E l’Immortalità –
Procedemmo lentamente – non aveva fretta
Ed io avevo messo via
Il mio lavoro e il mio tempo libero anche,
Per la Sua Cortesia –
Oltrepassammo la Scuola, dove i Bambini si battevano
Nell’Intervallo – in Cerchio –
Oltrepassammo Campi di Grano che ci Fissava –
Oltrepassammo il Sole Calante –
O piuttosto – Lui oltrepassò Noi –
La Rugiada si posò rabbrividente e Gelida –
Perché solo di Garza, la mia Veste –
La mia Stola – solo Tulle –
Sostammo davanti a una Casa che sembrava
Un Rigonfiamento del Terreno –
Il Tetto era a malapena visibile –
Il Cornicione – nel Terreno –
Da allora – sono Secoli – eppure
Li avverto più brevi del Giorno
In cui da subito intuii che le Teste dei Cavalli
Andavano verso l’Eternità –
Fonte: www.emilydickinson.it