Food and the Cities
Politiche del cibo per città sostenibili
a cura di Andrea Calori, Andrea Magarini
Edizioni Ambiente 2015
In “Food and the Cities” viene esplicitata un’idea di fondo, o forse sarebbe meglio dire una prospettiva di indirizzo politico, che integra il sistema “cibo” nei contesti urbani ad approcci di sistema che perseguono la crescita e il benessere dell’individuo. “In questo sta il senso del cibo come infrastruttura urbana, come elemento costituivo della città che si intreccia con i diritti e i bisogni di base, con gli stili di vita individuali, con le culture, con gli aspetti strutturali dell’organizzazione socioeconomica e con le loro relazioni con il contesto ambientale.” (Andrea Calori)
Dal 2007 la popolazione mondiale urbana ha superato numericamente quella rurale. Un dato che si allinea sul percorso della modernità e che, all’interno dell’organizzazione urbana del mondo, pone in evidenza cambiamenti non solo fisici e strutturali, ma anche, e soprattutto, culturali e simbolici.
Il processo di mutamento investe tutti gli aspetti delle società e delle economie, così come le loro relazioni con i diversi contesti ambientali. Megalopoli, distretti densamente popolati, grandi città-regione in cui abitano 10 o 20 milioni di persone, reclamano, per sostenere il loro incessante moto, acquisizioni da territori esterni (energia, acqua, suolo, cibo ecc.) e disponibilità degli stessi a smaltire ciò che non sono in grado di metabolizzare (rifiuti, scarti, emissioni ecc.).
Più aumenta questa dipendenza della città da contesti che sono esterni a essa – scrive Andrea Calori, coautore del volume – e più è difficile governarne gli equilibri, e questa dinamica si fa tanto più complessa quanto più aumenta la distanza fisica tra questi contesti e la città, o quanto più lo stesso organismo urbano è articolato e complesso.
È facile comprendere come questi assetti, inerenti ai cicli agroalimentari e alla gestione dei territori, rappresentino un elemento cruciale della sostenibilità delle città, dell’organizzazione urbana del pianeta, e di come la loro regolazione necessiti di relazioni e modulazioni sistemiche di ampio respiro.
L’accelerazione del processo di disgiunzione delle città dai sistemi agroalimentari e di riduzione dei centri urbani a mero luogo del consumo si realizzò a partire dalla metà del Novecento con la Rivoluzione Verde, demarcazione ideologica che portò all’industrializzazione massiva dell’agricoltura e ad uno sfruttamento scriteriato della terra non disgiunto da politiche e strategie finanziarie. A supportare “filosoficamente” questa mutazione contribuì una multiforme operazione di rimozione del rurale dal nascente disegno urbano, dissociazione che incise sull’organizzazione dei luoghi che abitiamo e soprattutto sull’aspetto costitutivo del racconto dello sviluppo e dei suoi aspetti culturali e simbolici.
Negli anni che seguirono, l’accelerazione dei processi demografici e lo scaturire di nuove emergenze sociali e ambientali, resero inderogabile l’implementazione di politiche che ponessero le basi di un riequilibrio in nome della sostenibilità dei sistemi alimentari. “Food and the Cities” ne analizza metodi e linee di intervento, valuta interconnessioni e capacità di incidenza nei vari ambiti sociali e geografici.
Vengono ricordate le forme di economia che declinano in modo inedito la dimensione rurale delle città, le esperienze dei Food Councils nordamericani, mirate in particolar modo all’educazione alimentare, quelle legate alle Agende 21 europee, alle reti di economie solidali, alle connessioni di welfare relativi a circuiti locali di produzione e consumo di cibo. Molti i riferimenti specifici, che raccontano di realtà e di “politiche dal basso”, attuate per sopperire a bisogni e a stravolgimenti strutturali. È il caso dell’Argentina, dove la forte crescita delle reti solidali ha fornito una risposta alla crisi del 2001, alla necessità di moltissime persone di inventarsi nuovi lavori per sopravvivere. A Rosario (un milione di abitanti) migliaia di famiglie si sono dedicate all’agricoltura e all’orticultura urbana per resistere agli effetti devastanti del default.
Per quanto riguarda il nostro paese il volume pubblicato da Edizioni Ambiente descrive l’esperienza della Food Policy di Milano in cui viene definito (dal centro di ricerca e formazione EStà) un nuovo e articolato approccio, riassunto nel documento Le Dieci Questioni della Food Policy di Milano.
Lo studio sintetizza la complessità del mondo del cibo nella città, facilitando l’analisi delle sue molte componenti e la definizione di una visione generale che si struttura in dieci macroambiti a cui associare gli obiettivi, le relative azioni e i criteri per la misura della loro efficacia (si spazia dall’Educazione al tema degli Sprechi, dal Benessere alle riflessioni inerenti a Finanza e Fisco, relative, queste ultime, alle politiche sul cibo che agiscono sulla spinta di leve fiscali e strumenti finanziari).
Nell’ultima sezione di “Food and the Cities” viene dato ampio spazio ad un apparato infografico in cui vengono visualizzati gli elementi principali della struttura e dell’evoluzione dei processi di definizione e implementazione di alcuni casi di politiche urbane del cibo. Per ciascuna città presentata (europee e nordamericane a cui si aggiunge Melbourne) viene mostrata l’evoluzione temporale delle principali attività pubbliche su cui si sviluppa la politica del cibo che, generalmente, coincidono con la pubblicazione di documenti chiave (per esempio carte di principi, report di analisi, liste di progetti ecc.) o con la deliberazione di testi che contengono le scelte della città (per esempio documenti di strategia, programmi di attività ecc.).
Nota biografica
Andrea Calori è esperto di politiche territoriali e di sviluppo locale e dottore di ricerca in Pianificazione territoriale e ambientale. Ha lavorato con istituzioni italiane di diverso livello e con diversi organismi nazionali e internazionali (Consiglio d’Europa, Commissione europea, ocse, fao, undp) ed è socio di EStà-Economia e Sostenibilità, centro di ricerca e formazione non profit. Ha scritto Coltivare la città. Giro del mondo in dieci progetti di filera corta (Altreconomia, Milano 2009).
Andrea Magarini, laureato in architettura al Politecnico di Milano, si è occupato di pianificazione della sicurezza alimentare all’interno di progetti di cooperazione internazionale, collaborando con istituzioni locali, governative e delle Nazioni unite per la programmazione di filiere alimentari a scala territoriale. Partner di Economia e Sostenibilità (EStà), si occupa di processi di pianificazione strategica, di sviluppo territoriale di area vasta e dell’analisi e della comparazione di politiche per i sistemi alimentari.