ETICA DELL’ACQUARIO | Ilaria Gaspari
Voland Edizioni 2015
Etica dell’acquario”, l’esordio per Voland di Ilaria Gaspari racconta la macabra fissità di vite in circolo
Una morte annunciata che nessuno ha saputo riconoscere, un suicidio che nasconde più probabilmente un omicidio e infine storie d’amore e di amicizia calate in un microcosmo, quello della Scuola Normale di Pisa che – come tutti i luoghi in cui un certo numero di persone sono costrette alla convivenza – esaspera gesti, prepara alla rivalità professionale futura in una richiesta, mai esplicita, di spostare un po’ più in là i propri limiti e obiettivi. Il risultato, sembra suggerire una possibile interpretazione, è che le vittime sono ben più di due; tutte le altre continuano a respirare, ma non a vivere.
La giovane Ilaria Gaspari sceglie le tinte forti di un noir per il suo esordio letterario, “L’etica dell’acquario” (Voland 2015, pp. 192, anche in Epub) ambientato – come vuole la regola base di ogni buon romanzo – in un contesto a lei noto, la Normale di Pisa, dove si è diplomata in Filosofia.
Conosciamo Gaia, la protagonista, nel ritorno a Pisa dopo dieci anni di assenza. Il flashback dell’arrivo, appena diciannovenne, e degli anni di studio corre in parallelo al presente dove ritrova i compagni di allora: Cecilia, Leo e naturalmente Marcello, da cui è letteralmente fuggita dopo il diploma rifugiandosi in Svizzera e sposando in tutta fretta Massimiliano.
La narrazione in prima persona non sottrae nulla efficacia descrittiva, e forse, non sarebbe potuto essere altrimenti per vivere con Gaia la pressione dei silenzi carichi di giudizio per una bellezza considerata prematura e dissacrante in un luogo cui l’unico piacere conseguibile è la conoscenza. Siamo con Gaia nei “processi”, ovvero macabri giochi inflitti alle matricole dagli studenti più grandi, e ancora nelle domeniche uggiose a mangiare dolcetti plastificati, a premiarsi con un caffè nell’intimità di una stanzetta essenziale dalle pareti scrostate e infine siamo con lei e Marcello, in una consuetudine macchiata dal senso di colpa per un amore che non riesce a nascondersi e non consente intrusioni. Come quella di Virginia, spettro silente, antieroe della storia, che con la stessa inquietudine e l’aria diafana con cui insinua il quotidiano di Gaia, si impone prepotente fin dalle prime pagine; è lei la suicida, anche se qualcosa induce la polizia a credere che possa esserci dietro un omicidio e Gaia sia tra i sospettati.
Il ritrovo dei quattro amici diventa così occasione per riesaminare e riannodare i fili di vite stracciate come il suicidio di Matteo al secondo anno di corso, una fuga anche la sua, gesto cristallizzato come le foto di Pompei che Gaia bambina non si stancava di guardare.
Ecco dunque che la ripetizione ossessiva lungo l’arco di un lustro, le corse all’eccellenza e i fallimenti sempre in agguato, finiscono per trasformare i giovani studenti della Scuola in umanoidi che si cannibalizzano tra loro, proprio come i pesci deformi e mostruosi che abitano lo stagno del collegio dove l’acqua verdognola e male ossigenata ha poco alla volta mutato il loro aspetto. La metafora, oltre dare motivo al titolo, diventa così antitesi tra la vivacità e voracità di un’adolescenza piena di sogni, amori e irrequietezza con l’equivalente della sua fissità immobile quando su quella vita si abbatte imprevista la tragedia che attrae immediatamente l’attenzione di chiunque per quel deviare innaturale delle cose.
Ilaria Gaspari dosa scientemente ritmo e tensione senza far mancare la parentesi romantica in cui dà prova dell’uso poetico di parole e immagini. Si corre verso il finale che si colora perfino di giallo, ma non ci vengono fornite risposte univoche se non la morale che non si sfugge a un passato che non si è avuto il coraggio di vivere.
Nota biografica: Ilaria Gaspari, classe ’86, si è diplomata in Filosofia proprio alla Scuola Normale di Pisa ed è al debutto nel romanzo per Voland con “Etica dell’Acquario”. Abita e lavora a Parigi, dove sta scrivendo una tesi di dottorato.
Alessandra Nenna