Life Between the Tides | Adam Nicolson
Farrar, Straus and Giroux, Febbraio 2022
(Pubblicato nel Regno Unito con il titolo The Sea is Not Made of Water)
Questo saggio non è ancora edito in Italia e noi speriamo possa esserlo presto, per questo abbiamo pensato di parlarvene.
L’articolo qui di seguito è di JoeAnn Hart ed è apparso sulla rivista EcoLitBooks, che ci ha gentilmente concesso di tradurlo in italiano.
EcoLit Books è una rivista online indipendente statunitense, fondata e diretta da John Yunker, dedicata alla scrittura – narrativa e saggistica – relativa a tematiche ambientali e in difesa degli animali.
Adam Nicolson è autore di molti libri di storia, viaggi e ambiente. È vincitore del Somerset Maugham Award e del British Topography Prize. Vive a Sissinghust Castle nel Kent.
Traduzione dell’articolo a cura di Elena Magaraggia * (Progetto FUSP / ZEST)
*Elena Magaraggia: 1993. Laureanda presso la SSML della Fondazione Unicampus San Pellegrino, sede di Vicenza. Predilige la traduzione di testi letterari e coltiva una passione per la poesia romantica e decadente. Grazie a esperienze lavorative in ambito clinico ha come obiettivo specializzarsi anche nella traduzione specialistica in campo medico-sanitario. Collabora in qualità di traduttrice al progetto FUSP | ZEST.
L’autore britannico, Adam Nicolson, nipote di Vita Sackville-West, si propone inizialmente di descrivere pozze di marea e zone intertidali, tuttavia queste si riveleranno poi solo dei trampolini di lancio per la sua estrema curiosità nei confronti del mondo che ci circonda. Un minuto prima richiama i ricordi di Virginia Woolf, mentre da piccola ascoltava il suono delle onde, un minuto dopo ci imbattiamo in “Perché ogni atomo che appartiene a me appartiene davvero anche a te.”1 di Walt Whitman. Una volta terminato il libro, mi sono accorta di aver disseminato dozzine di post-it sulle pagine, appuntando ragionamenti e peregrinazioni di quella sua mente così acuta. Nel capitolo Periwinkles, ovvero “Pervinche”, il cui nome latino Littorina littorea, significa “cose costiere sulla costa” (chi l’avrebbe mai detto?), ho persino ricevuto un rapido training sul concetto geometrico di frattale, applicabile all’incommensurabilità delle maree, dei venti e del litorale stesso.
Piccola curiosità: il guscio delle pervinche non solo offre loro protezione dai predatori ma al solo accenno di un granchio nella stessa pozza di marea fa sì che si ispessisca del 30%.
Fenomeno inaccettabile è, dunque, l’acidificazione dei mari, provocata dalle emissioni di carbonio, che sta rapidamente distruggendo i loro gusci.
Nicolson fa quello che agli scrittori e agli scienziati riesce meglio, osservare. Crea un laboratorio vivente in Scozia, sulle coste desolate delle Highlands occidentali, scavando quelle che lui definisce “piscine rocciose”, uno dei modi migliori per studiare la crescita e l’evoluzione di una pozza di marea. Le piscine presto si popolano di granchi, gamberi e insetti di ogni tipo, tutti strettamente imparentati a quelli presenti qui in Massachusetts. Stesso oceano, diverso litorale. Una piacevole sorpresa è stata scoprire una foto di un giovane Thomas Eliot, che nel 1896 si trovava nella sua residenza estiva qui a Gloucester, a due passi da casa mia. Il capitolo Anemone si apre con un approfondimento sul giovanile amore di Thomas Eliot per le pozze di marea e l’impatto che hanno avuto sulla sua scrittura.
“Guardare nelle profondità della pozza divenne un modo per trovare la sua poesia, senza scegliere consapevolmente, se non come fanno gli anemoni… in attesa che un nuotatore scompigli le alghe”.
Nicolson, osservando la sua pozza, narra di una epica battaglia fra gli stessi anemoni: “Redfoot si era eretto in tutta la sua altezza, modificando la forma del suo corpo e contorcendo le sue cellule d’attacco blu in un’impetuosa tiara verso Bluefoot”. È decisamente uno spettacolo per il quale vale la pena passare del tempo in una pozza di marea. Come “la più tenera delle immagini”, un gambero zoppicante che “tuttavia persiste nel suo scopo di vita”. L’autore si chiede se gli invertebrati provino o meno emozioni. Quel gambero è affranto a causa della sua disabilità perché sa come dovrebbe essere ma non può fare altrimenti? Riportando ricerche sui gamberi d’acqua dolce, secondo le quali tutte le forme di vita sulla Terra sanno cosa si prova a essere vivi, giunge alla conclusione che esse possiedono un certo grado di consapevolezza e per questo si dovrebbe riservare loro un trattamento umano.
“La costa è un laboratorio darwiniano nel quale lo scultore della vita è la minaccia della morte,” scrive Nicolson. Prendiamo per esempio le pulci di mare, insetti che vivono lungo le rive curiosando fra le alghe marce. Devono essere agili e in sintonia con le maree, altrimenti rischiano di affogare o di bruciare nella sabbia rovente, per cui hanno sviluppato un complesso senso del tempo e dell’orientamento. Intervengono anche alla creazione di microplastiche in quanto rovistando fra i rifiuti plastici lasciati dall’essere umano, riescono a sminuzzare una borsa per la spesa in 1,75 milioni di pezzi. Ecco come la plastica, che è una tossina, si fa strada lungo la catena alimentare, inquinando e avvelenando qualsiasi cosa, dal plancton, alle balene e infine anche noi.
A proposito di noi, vi è un capitolo particolarmente avvincente sulla sorte umana. Come questo si colleghi alle pozze di marea dovrete scoprirlo da soli, ma posso anticiparvi che ha a che vedere con la lunga e violenta storia delle Highlands occidentali. Non è una coincidenza se nel 1800, l’economista britannico Thomas Malthus, elaborò proprio in quest’angolo di mondo le sue preoccupanti teorie sul rapporto tra popolazione e risorse naturali disponibili. Capirete molto di più su di lui in queste pagine, e conoscerete favole e miti, che presentano animali come metafora dell’agire umano. “Gli animali possono riprodurre gli aspetti più potenti e più complessi delle relazioni umane lasciando al ‘non detto’ la possibilità di essere manifesto.” In questi racconti, “la natura si prenderà sempre gioco dello scellerato egocentrismo umano”.
Quindi eccoci qui. “La vita è come una marea, piena di perdite e di nuovi arrivi,” scrive Nicolson, e questo dovrebbe essere sufficiente per mettere da parte le letture in spiaggia e concedervi di osservare.
1 Igina Tattoni, trad., Foglie d’erba, di Walt Whitman (Roma: Newton Compton Editori, 2011).