SIAMO LIBERI | Elena Sacco
Sette anni in barca e l’avventura del ritorno
Chiarelettere, Milano 2015, Collana Reverse
di Paolo Risi
“Parto e lascio tutto” potrebbe rientrare fra i possibili nomi di un format televisivo, lo abbiamo sentito dire come parte di un discorso, uno sfogo, un’ illusione, e sappiamo di persone che quel salto verso l’ignoto lo hanno fatto davvero, viaggiatori, cuori folli, gente con il mondo e il mare dentro.
Elena Sacco con “Siamo liberi” offre quell’esperienza di cambiamento, quel brivido, ma senza premesse esotiche, da sognatori incalliti e amabili perdenti.
Elena ha un’ agenzia pubblicitaria a Milano, avviata, redditizia, e nel brusio continuo di competizione e motori della “capitale morale” decide (un anno dopo aver visto la morte in faccia) di mollare tutto, di affidarsi a Claus, il suo compagno, e di arruolare nell’ impresa la figlia di sette anni Nicole e l’ ultimo nato, il piccolissimo Jonathan. Con la barca a vela Viking il neo-equipaggio mette sul piatto della sfida l’ Oceano Atlantico, il salto mortale del cambiamento assoluto, le paure da vincere e sette anni di navigazione dal “paradiso” della Martinica alle contraddizioni di Cuba, dai pericoli di Panama all’incanto della Polinesia …
Nello scorrere delle pagine le tecniche e il gergo preciso della navigazione (pane per i denti del capitano Claus) si mescolano allo spirito, alla positività, alla buona cucina di bordo, al prendersi in giro nonostante il mare cattivo, nonostante i pannolini di Jonathan da stoccare e le acrobazie di Elena da “barcalinga” factotum. Nelle soste a terra nuovi incontri, a volte irritanti a volte commoventi, la constatazione amara delle differenze sociali, le riflessioni sull’ impossibilità di conoscere davvero un luogo e la gente che lo abita senza averne compreso pienamente la storia.
Ma l’ avventura è una parabola complessa ed Elena decide di ritornare in Italia, a casa, nella sua Milano, città amata che la riconnette con il passato ma che a distanza di sette anni le appare diversa, sazia e disperata (… ma attorno a me sembra tutta un’ esibizione, un’ ostentazione di gingilli tecnologici degni del più becero star system, è tutto uno sfoderare arroganza come fosse virtù…).
Elena sceglie di rifondare e agire autonomamente, rimettere in discussione il suo rapporto con Claus e affrontare il complesso inserimento “metropolitano” dei figli, soprattutto di Jonathan, ritenuto dai suoi coetanei ammalati di conformismo una specie di curiosità esotica. Nel comprensibile spaesamento scopre così, tra fatiche e vittorie, che ogni viaggio vero si misura sul ritorno e che mollare tutto non basta, occorre il coraggio di cambiare.
“Siamo liberi” è un diario romanzato pieno di voglia di vivere. È dettagliato, divertente, a tratti spassoso, contiene il desiderio di soffermarsi su personaggi minori e illuminarli con gusto, non spreca giudizi e analisi ma suggerisce con leggerezza importanti motivi di riflessione sul contemporaneo, fra atolli incontaminati e aberrazioni del “vivere” occidentale. È una storia esotica e insieme metropolitana, remota e vicinissima, che rimane nella mente e nel cuore dopo aver letto la parola “fine”, perché la parola “fine”, in realtà, non è mai scritta.
Recensione di Paolo Risi