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viaggiatori nel freddoViaggiatori nel freddo | sparajurij
come sopravvivere all’inverno russo con la letteratura
Exorma edizioni

Il respiro è unico, letteratura e fisiologia dei luoghi non sono separati da confini e si nutrono della stessa indefinibile energia. In VIAGGIATORI NEL FREDDO di Sparajurij le epoche si compenetrano, mostrando la particolarità della capitale russa di assimilare rivoluzioni senza perdere la sua identità, il suo fascino che è il potere “di farmi sentire vivo e in pericolo”. Nell’esuberanza della poesia e del cimento poetico sotterraneo, nomi leggendari e nuovi interpreti attraversano idealmente i medesimi luoghi, animati dallo stesso fermento espressivo.
Un festival letterario riporta il protagonista in una Mosca invernale e il soggiorno è motivo per riannodare rapporti e allacciarne di nuovi, fra incontri in librerie che assomigliano ad appartamenti e ragionamenti sui destini della poesia sanciti da perentorie bevute di vodka. Le argomentazioni fluiscono e dentro una vecchia Volvo, sulla strada che riporta in albergo, “stretti sui sedili posteriori e avvolti nei piumini fruscianti”, si parla di urbanistica, dell’utopico Palazzo dei soviet e lo sguardo furtivo prima di congedarsi è per Ksenja, giovane poetessa, “labbra in cui pare già disegnata la geometria del bacio.
L’esplorazione letteraria conduce nei giorni successivi alla casa-museo di Čechov (una piccola abitazione rosa), alle statue dedicate ai poeti Iosif Brodskij e Aleksander Puškin (il nostro tutto, recita un detto moscovita). Negli istanti di decompressione l’aria smarrita del visitatore può indurre un taxista abusivo a fermarsi, a proporre al viaggiatore un passaggio a pagamento, e la verità dell’incontro diviene conoscenza, perché le mappe turistiche ufficiali non dicono, fra le altre cose, che “tra gli autisti improvvisati capita di incrociare individui dalla tempra dura, uomini provenienti dagli Urali o dal Caucaso, che amano la poesia e abituano i loro figli a star nudi nella neve affinché crescano sani e forti...”
Se i ricordi, gli aneddoti dedicati a grandi scrittori e poeti trasmettano e rinfocolano la fascinazione per l’immortale letteratura russa, sono le coincidenze, le istantanee “di strada” ad innescare immagini e a trasmettere l’anima nascosta della città, con gli umori alterni e le facce che fanno capolino dalle bettole, dagli ingressi della metropolitana, dai caffè tradizionali non ancora asserviti al gusto globalizzante. Storia e attualità confluiscono nei percorsi da un ambiente all’altro, da una stanza divenuta misteriosamente inagibile ad un nuovo alloggio. Il filo dei secoli, delle epoche, si dipana dalla Collina degli inchini, custode della memoria storica e bellica, ai posti di blocco sulla prospettiva Kutuzov che ai giorni nostri consentono a Vladimir Putin di raggiungere trionfalmente, da una residenza fuori Mosca, il palazzo presidenziale.
Nella narrazione (un po’ diario di bordo, un po’ reportage intimo), ricompare l’enigmatica Ksenja a fare da cicerone e prosegue il pellegrinaggio nei luoghi d’autore, si sfiora il leggendario profilo di Anna Achmatova, “il taglio a caschetto anni Venti o i capelli raccolti in uno chignon”, si percorrono le sale della galleria d’arte Tret’jakovskaja e di nuovo a bordo della Volvo verso Peredelkino, un villaggio a sud-ovest di Mosca conosciuto come la residenza degli scrittori (vi soggiornò Boris Pasternak).
Infine il diciassettesimo giorno di VIAGGIATORI NEL FREDDO, riservato alla celebrazione del libro Mosca-Petuški, scritto alla fine degli anni Sessanta del Novecento da Venedikt Erofeev. Una comitiva di scrittori organizza una breve peregrinazione ferroviaria per raggiungere il museo Erofeev che si rivela chiuso e sorprende la noncuranza della custode a confermare l’evanescenza, la lievità del mito. Destino che sembra riverberare nelle parole del poeta Osip Mandel’štam collocate a preludio del volume curato da Elisa Baglioni e Francesco Ruggiero del collettivo Sparajurij… “Una persona che non sia stata avvisata penserebbe che a Mosca la letteratura non esista per nulla. Se incontra un poeta, quest’ultimo agiterà le braccia, farà finta di avere una fretta terribile e scomparirà tra le porte verdeggianti del viale, salutato dalla benedizione dei ragazzini di strada che riescono, come nessuno, a capire una persona e indovinarne i più reconditi segreti.


sparajurij nasce alla fine del secolo scorso per sperimentare ogni forma di “scrittura totale” integrando elementi diversi, verbali, visivi e performativi, della parola. Al video Un appunto importante e stato assegnato il primo premio al DoctorClip, festival italiano di videoclip di poesia nato a Roma nel 2005. Dopo la raccolta di racconti .noibimbiatomici, edito da Celid nel 2001, pubblica prose e poesie su antologie e riviste letterarie. Per quasi un decennio ha curato la collana Maledizioni, dedicata alle voci nuove della poesia italiana di ricerca e nel 2010 ha fondato la rivista letteraria internazionale ≪Atti impuri≫, proponendo testi inediti dei più originali scrittori e poeti italiani ed europei.
Pur restando fedele allo spirito collettivo che ha contraddistinto l’esperienza laboratoriale SJ, la presente opera e frutto del lavoro e della fantasia di due soli autori: Elisa Baglioni, traduttrice letteraria che in ambito accademico si e occupata di poesia russa del Novecento, e Francesco Ruggiero, poeta e autore de ≪il Reportage≫.

 

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